ANSIA, TENSIONE, STRESS, CAUSE DI ALGIE VERTEBRALI
"Non è lo stress che ci
danneggia ma il modo sbagliato di affrontarlo"
L’ansia, la tensione eccessiva e protratta, gli stress ripetuti,
l’atteggiamento negativo di chi ha paura e subisce il dolore,
l’insoddisfazione della propria vita e del proprio lavoro, la
depressione, la preoccupazione, lo scoraggiamento, la stanchezza,
l’esaurimento sono fattori di rischio importanti che possono non
solo provocare l’insorgenza di lombalgia o cervicalgia ma possono
anche favorire una graduale compromissione funzionale del rachide e
cioè retrazioni muscolari, rigidità articolare, discopatia e
spondiloartrosi. Infatti, si osservano spesso soggetti che, pur
avendo una colonna vertebrale perfetta, pur presentando radiografie
senza alcuna alterazione, in condizioni di ansia soffrono
intensamente di mal di schiena o di dolori cervicali.
Se si resta per periodo di tempo limitato in
condizioni di ansia e tensione, non se ne hanno conseguenze
negative.
Quando invece l’ansia è collegata ad uno stress
cronico e si mantiene a lungo nel tempo, può determinare oltre che
un mal di schiena persistente anche una graduale compromissione
funzionale delle strutture del rachide: retrazioni muscolari,
rigidità articolare, usura precoce, discopatia e spondiloartrosi.
Quotidianamente abbiamo motivi per essere in
ansia e ci troviamo spesso in situazioni che provocano tensione. Di
conseguenza, dobbiamo imparare ad affrontare gli eventi stressanti
senza farci danneggiare.
Le tecniche di rilassamento rappresentano lo
strumento elettivo per raggiungere la capacità di autogestire
l’ansia e la tensione perché agiscono direttamente su di esse.
Inoltre l’apprendimento di queste tecniche permette di raffinare la
conoscenza di se stessi e di migliorare la capacità di
concentrazione.
SINTOMI DELL’ANSIA
L’ansia è un’esperienza globale e complessa, caratterizzata da
sintomi fisiologici, comportamentali e cognitivi (Tunks).
Sintomi fisiologici
Sono numerosi i sintomi dovuti alle reazioni del
sistema neurovegetativo simpatico o parasimpatico e del sistema
endocrino.
·
>Sintomi
cardiovascolari:
tachicardia, palpitazioni, aumento della pressione arteriosa.
·
>Sintomi respiratori:
difficoltà a respirare, aumento della frequenza respiratoria a
riposo, blocco del diaframma, sensazioni di pressione al torace, di
nodo in gola e di soffocamento.
·
>Sintomi neuromuscolari:
iperreflessia, tremori, rigidità, irrequietezza, tensione.
·
>Sintomi gastrointestinali:
crampi e dolori addominali, bruciore di stomaco, nausea, vomito,
disappetenza.
·
>Sintomi urinari:
aumento della frequenza urinaria.
·
>Sintomi cutanei:
sudorazione, arrossamento, prurito, sensazioni di caldo e freddo.
Sintomi comportamentali
Uno dei comportamenti tipici di chi è in ansia, è di evitare le
situazioni temute. Altri sintomi comportamentali si
possono evidenziare con irrequietezza e
confusione che si manifestano nel linguaggio e nella mancanza
di coordinazione nei movimenti.
Sintomi cognitivi
· >
Sintomi sensorio-percettivi.
Il soggetto a causa della persistenza dell’ansia può sentire la
propria mente "annebbiata", gli oggetti possono apparire "confusi" e
l’ambiente "diverso".
· >
Difficoltà di pensiero:
difficoltà nella concentrazione, nella memoria e nel ragionamento.
· >
Disturbi concettuali.
La persistenza dell’ansia può provocare anche l’insorgenza degli
atteggiamenti negativi di paura: paura di perdere il controllo,
paura di non essere capace di affrontare gli eventi, paura di un
danno fisico o della morte, paura di perdere l’affetto o la stima
delle persone amate.
L’ansia collegata ad uno stress cronico, quando si mantiene a lungo
nel tempo, può agevolare l’insorgenza di diverse complicanze
mediche: ulcera gastroduodenale, asma bronchiale, riduzione delle
difese immunitarie, artrite reumatoide, impotenza sessuale,
fibromialgia, abuso di alcool o di droghe.
UN CIRCOLO CHIUSO
Ora cercheremo di comprendere qual è il meccanismo che agevola
l’insorgenza dei dolori vertebrali in situazioni di ansia e di
tensione eccessiva. Tensione significa contrazione muscolare: si ha
una costrizione dei vasi sanguigni con riduzione della circolazione
a livello dei capillari.
Normalmente ogni fase di contrazione muscolare è
seguita da una fase di rilasciamento durante la quale il sangue
circola meglio: apporta nuovo ossigeno e rimuove le scorie. La
successione contrazione-decontrazione garantisce una buona
attività muscolare: non c’è dolore né si avverte la fatica.
Al contrario, nei soggetti che restano a lungo in
situazioni di ansia e tensione, il protrarsi della contrazione
muscolare, non seguita dalla giusta pausa di decontrazione, riduce
la circolazione, impedisce il giusto apporto di ossigeno ed
un’efficace rimozione delle scorie. Si ostacola il flusso sanguigno
proprio quando ce n’è più bisogno.
Le ricerche di Nachemson, a questo proposito,
sono molto interessanti.
Prima di tutto hanno dimostrato che a livello
della colonna vertebrale le situazioni di ansia e tensione provocano
un aumento del 50% della pressione intradiscale. Poi, misurando le
variazioni di pressione durante le trazioni vertebrali, è emerso che
la trazione è efficace solo se il soggetto è rilassato. Se, invece,
il soggetto resta teso, i muscoli contratti mantengono elevata la
pressione intradiscale anche quando si è sottoposti ad una terapia
che dovrebbe diminuirla.
Cailliet ha descritto come nei soggetti che
restano a lungo in tensione si rischia di instaurare un circolo
chiuso per cui la tensione muscolare prolungata provoca un dolore
ischemico che può determinare un processo infiammatorio.
Naturalmente, se si resta per un breve periodo di
tempo in questa situazione non ne scaturiscono conseguenze negative:
una volta eliminata l’ansia tutte le funzioni dell’organismo si
normalizzano.
Al contrario, questo circolo vizioso protratto a
lungo nel tempo può favorire una graduale compromissione funzionale
del rachide e cioè retrazioni muscolari, rigidità articolare,
discopatia e spondiloartrosi.
AZIONE EFFICACE PER IL CONTROLLO DELL’ANSIA, DELLA
TENSIONE E DELLO STRESS
Molte persone quando sono tese, definiscono la loro condizione
"tensione nervosa" e non si rendono conto delle tensioni muscolari
che ne derivano (blocco del diaframma, tensione dei muscoli del
collo, del viso e delle spalle), né riescono a controllarle.
Mancando la capacità di controllo e la percezione
delle parti del corpo soggette a tensione finiscono con usare
farmaci per ridurre il loro nervosismo.
I farmaci tranquillanti o ansiolitici sono in
grado di ridurre i sintomi fastidiosi dell’ansia ma occorre fare
attenzione alla loro conseguenza più pericolosa che è la dipendenza
del soggetto che non riesce più a farne a meno. Inoltre, l’azione
dei farmaci si limita ad una riduzione dei sintomi e non ha alcun
effetto sugli aspetti cognitivi, valutativi e comportamentali che
determinano l’ansia.
Per un’azione efficace per controllo dell’ansia e
della tensione occorre
·
> conoscere le cause e sulle conseguenze dell’ansia;
·
> acquisire le abilità per controllare i sintomi dell’ansia e per
modificare i comportamenti inadeguati.
Per attuare tali strategie occorre prima una valutazione che aiuti
il soggetto a identificare le cause della sua situazione di stress,
per focalizzarle e tentare di rimuoverle o almeno ridurle.
A questo scopo è utile la scheda di valutazione
dello stress proposta dalla California Back School che attribuisce
molta importanza alle tecniche di rilassamento.
AZIONE EFFICACE DELLA BACK SCHOOL SUL VERSANTE
PSICOLOGICO
L’azione educativa e preventiva della Back School costituisce un
supporto molto valido per acquisire le abilità per controllare i
sintomi dell’ansia e per modificare i comportamenti inadeguati.
I sei cardini della Back School permettono di:
·
> tranquillizzare il soggetto riguardo la natura benigna del suo
dolore;
·
> dare tutte le informazioni utili perché l'allievo impari ad usare
bene la sua colonna vertebrale ed eviti di azionare il meccanismo
che produce il dolore;
·
> usare correttamente la colonna vertebrale nei movimenti
quotidiani;
·
> rafforzare non solo l'uso corretto ma anche l’energia
antigravitaria con l’esercizio del "grounding",
il metodo Alexander e con la tecnica del "verrouillage".
·
> conoscere ed eseguire regolarmente gli esercizi per decomprimere i
dischi intervertebrali e quelli utili per colmare le proprie carenze
a seconda delle necessità o dei compensi da effettuare;
·
> apprendere le tecniche di rilassamento per raggiungere
l'autogestione della propria ansia e delle proprie tensioni;
·
> modificare eventuali cattive abitudini alimentari;
·
> completare l'azione preventiva con un adeguato stile di vita e con
la consuetudine a svolgere attività motorie.
L’allievo così preparato acquista un atteggiamento di fiducia in sé
stesso con la capacità di auto gestire i propri problemi di salute
attraverso un impegno personale.
PROGRAMMA EFFICACE PER IL CONTROLLO DELL'ANSIA
Quando un soggetto è molto teso, non basta dirgli "rilassati!",
"rilassati!" C’è il rischio di farlo innervosire di più: occorre,
invece, metterlo in condizione di rilassarsi.
Infatti, per chi durante la giornata svolge un
lavoro sedentario e non pratica alcuna attività motoria né sportiva
non è sufficiente per rilassarsi effettuare una seduta di
rilassamento. Avrà dei benefici solo parziali dall’apprendimento
delle tecniche di rilassamento perché prima deve soddisfare la sua
esigenza di movimento: è più facile sentire la decontrazione dopo la
contrazione. Le attività motorie affaticano in modo sano e
controllato, soddisfano la nostra esigenza di movimento ed sono in
grado di equilibrare gli stress negativi che subiamo durante la
giornata.
Per questo motivo le attività motorie e gli
esercizi di ginnastica costituiscono un completamento indispensabile
alle tecniche di rilassamento.
Il programma continua con gli esercizi di
controllo del respiro e di allungamento muscolare. Essi permettono
di neutralizzare le due conseguenze principali dell’ansia e dello
stress: il blocco respiratorio e la tensione muscolare.
Infatti, la prima modificazione che avviene in
noi quando siamo in ansia è a livello del respiro: esso diventa
breve, superficiale e affannoso. Attraverso il controllo del respiro
è possibile ridurre l’ansia, la tensione e le loro conseguenze
negative.
Attraverso gli esercizi e le posture di
allungamento muscolare, i muscoli tesi si rilasciano e normalizzano
la loro tensione.
La proposta è di lavorare direttamente sui
muscoli tesi per distenderli e rilasciarli con gli esercizi e le
posture specifiche:
·
> quando l’ansia si manifesta con sintomi respiratori è bene
utilizzare gli esercizi di educazione respiratoria;
·
> quando la tensione si manifesta a livello muscolare è bene
utilizzare gli esercizi e le posture di allungamento muscolare;
·
> quando la tensione è localizzata a livello lombare e si manifesta
con una lombalgia è bene utilizzare gli esercizi specifici che
rilassano il rachide lombare;
·
> quando la tensione è localizzata a livello cervicale e si
manifesta con una cervicalgia è bene utilizzare gli esercizi
specifici che rilassano il rachide cervicale;
·
> quando la tensione colpisce l’articolazione temporomandibolare è
bene utilizzare gli esercizi specifici a tale livello;
·
> quando la tensione si manifesta a livello degli occhi è bene
utilizzare gli esercizi di ginnastica oculare.
Analizziamo dettagliatamente le differenti strategie ...
APPRENDIMENTO DELLE TECNICHE DI RILASSAMENTO
Le tecniche di rilassamento rappresentano lo strumento elettivo per
raggiungere la capacità di autogestire l’ansia e la tensione perché
agiscono direttamente su di esse.
Consigli per la ripetizione
del rilassamento a casa.
I brani musicali sono abbinati ai suoni della
natura: l’onda del mare, l’acqua del ruscello, il canto degli
uccelli e dei grilli. Tali suoni delicati sono stati elaborati per
amplificare le sensazioni corporee e le capacità immaginative.
La voce lenta e monotona, la musica e i suoni
della natura rappresentano un trinomio efficace per allentare le
tensioni muscolari.
Tieni presente che i suoni devono essere
solo un aiuto iniziale, dovrai abbandonarlo man mano che imparerai a
effettuare il rilassamento da solo.
Occorre, inoltre, ricordare di non ascoltare i
file
durante la guida in automobile.
Condizioni ottimali
All’inizio è bene che tu esegua la seduta di
rilassamento nelle condizioni ottimali usando tutti gli accorgimenti
che agevolano il suo apprendimento. Poi una volta che hai acquisito
la capacità di rilassarti, potrai effettuare il rilassamento anche
in una situazione non ottimale: ad esempio, il saltatore in alto
riesce ad eseguire la seduta di rilassamento tra un salto e l’altro,
nello stadio anche se è circondato da una grande folla ed è
disturbato da tanti rumori.
Eseguendo la seduta di rilassamento a casa cerca
di usare tutti gli accorgimenti per agevolarlo e renderlo più
efficace:
· >
i rumori, possibilmente, devono essere ridotti al minimo;
· >
la luce spenta o attenuata;
· >
la temperatura di almeno 20° (se la temperatura è inferiore è bene
utilizzare una coperta).
1° esercizio di rilassamento: la percezione dei
contatti del proprio corpo con la superficie di appoggio.
Disteso nella posizione di rilassamento, prendi coscienza delle
parti del corpo che toccano a terra, senti quelle che appoggiano e
quelle che non appoggiano, partendo dai piedi arrivando lentamente
fino alla testa. Passando in rassegna la colonna vertebrale prendi
coscienza delle curve fisiologiche della colonna vertebrale, in
particolare delle due lordosi, lombare e cervicale.
2° esercizio di rilassamento: la calma dopo la
tensione
Questo secondo esercizio è particolarmente utile per vincere le
resistenze, le difficoltà dei soggetti che non riescono a rilassarsi
perché sono costantemente tesi. Quando un soggetto è teso non basta
dirgli "rilassati!" "rilassati!" C’è il rischio di farlo innervosire
di più: occorre, invece metterlo in condizione di rilassarsi, usando
una tecnica idonea. Questo secondo esercizio è utile a questo
proposito. Consiste nel contrarre e a rilasciare, uno a uno, tutti i
gruppi muscolari più importanti: è più facile sentire la
decontrazione dopo la contrazione, la calma dopo la tensione, il
calore dopo il movimento. È, pertanto, una tecnica valida per
eliminare le tensioni muscolari, per acquisire la passività mentale
e la commutazione alla calma.
3° esercizio di rilassamento: la percezione del
respiro
Il terzo esercizio di rilassamento, basato sulla percezione del
respiro è anche il più semplice: può essere ripetuto tranquillamente
a casa, anche senza l’aiuto del CD, non è necessario ricordarsi
formule complicate. Basta ricordarsi due parole: "entra" ed "esce".
Consiste nel sentire e osservare il respiro; non
si parla di concentrazione perché questa richiede uno sforzo
mentale, ma si tratta di percepire il respiro, ascoltare il rumore
che l’aria provoca passando attraverso le narici: durante
l’inspirazione, quando l’aria entra, ci si ripete mentalmente
"entra", poi, durante l’espirazione, quando l’aria esce, ci si
ripete mentalmente "esce".
Il respiro diventa lento, regolare, dal momento
che il suo ritmo non è condizionato da alcun movimento, né alterato
da alcuna tensione. Questa continua e monotona ripetizione di
"entra…esce…" si sovrappone ai pensieri e alle preoccupazioni che
passano per la mente.
Nel rilassamento non bisogna sforzarsi di
allontanare i pensieri disturbanti, ma semplicemente "lasciare che
passino per la mente i pensieri che vogliono passare senza volerne
alcuno".
Allora, man mano che l’aria "entra" ed "esce",
l’attività eccitata della mente si acquieta e l’immagine della mente
diventa simile alla calma della superficie del mare, quando le sue
acque non sono mosse da alcun vento né da alcuna corrente.
Questa situazione di calma che si ottiene
sgombrando la mente dai pensieri disturbanti, nel training autogeno
viene chiamata "passività mentale" e "commutazione
alla calma":
è la base fondamentale su cui si inseriscono gli esercizi del
training autogeno. È l’obiettivo che può essere raggiunto con i
primi tre esercizi di rilassamento.
4° e 5° esercizio di rilassamento
Il quarto e il quinto esercizio di rilassamento fanno riferimento
agli esercizi inferiori del training autogeno (T. A.) di Schultz.
Training autogeno significa "allenamento che si
genera da se" senza il concorso né della volontà né di altra
persona. Chi lo esegue, infatti, non deve fare assolutamente nulla,
tranne che lasciarsi andare non opponendo alcuna resistenza
psichica.
Dopo aver chiusi gli occhi sulla realtà che ci
circonda, una volta raggiunta la passività mentale e la commutazione
alla calma, le funzioni del nostro organismo spontaneamente si
normalizzano:
·
>
i muscoli si rilasciano e, di conseguenza, si avverte una sensazione
di pesantezza determinata dalla decontrazione muscolare (il mio
corpo è abbandonato al suo peso);
·
> il rilassamento muscolare induce anche una decontrazione vascolare
che viene percepita come calore (il mio corpo è immerso nel suo
calore vitale);
·
> il respiro diventa calmo e regolare.
·
> Si normalizza non solo l’attività dei muscoli volontari, ma anche
quella dei muscoli involontari.
·
> Sono le sensazioni che costituiscono il linguaggio del T. A.
Attraverso le tecniche di rilassamento è possibile normalizzare non
solo l’attività dei muscoli volontari, ma anche quella dei muscoli
involontari. Questo obiettivo viene raggiunto con gli esercizi del
T. A. del "cuore" e del "plesso solare" che vengono eseguiti nel
quinto rilassamento passando in rassegna tutti gli organi più
importanti del corpo ...
Tecniche di rilassamenti brevi: 6°, 7° e 8°
Nella gestione dell’ansia e della tensione eccessiva, sono utili
anche le tecniche di rilassamento abbreviato.
La seduta di rilassamento proposta con i 5
esercizi di rilassamento appena descritti, richiede per il suo
svolgimento almeno 15 o 20 minuti. Non è sempre facile, durante la
giornata, trovare il tempo sufficiente e, talvolta, anche quando si
ha a disposizione un po’ di tempo libero, non c’è la possibilità di
distendersi.
Diventa utile, allora, conoscere delle tecniche di
rilassamento brevi, che possono essere eseguite anche quando non c’è
la possibilità di distendersi.
Non sempre è necessario ottenere un rilassamento
profondo ma è importante sviluppare la capacità di potersi rilassare
un po’, in qualsiasi momento della giornata, per allentare la
tensione e per evitare che l’accumulo di ansia ci porti al di là
del nostro equilibrio.
La consuetudine ad inserire queste brevi esercizi
di rilassamento nelle pause della giornata, permette di acquisire la
capacità di immergersi, quando è necessario, in una situazione di
assoluta calma e tranquillità, come in un oasi privata, per godere
di qualche minuto di riposo, di abbandono e per acquistare
freschezza ed energia.
È un po’ come chi fa un lungo viaggio nel deserto:
se l’ansia e la fretta di raggiungere la meta, lo portano a
viaggiare a lungo senza mai fermarsi, può andare incontro a dei
problemi. È importante, invece, che si conceda le giuste pause, che
si fermi nell’oasi a bere un bicchiere d’acqua fresca per ripartire
con più energia.
Con l’allenamento è possibile eseguire il
rilassamento in tempi brevi con la capacità di adattarsi alle
diverse situazioni, sia in posizione seduta che in stazione eretta.
Ora espongo le diverse tecniche e possibilità … |