ALTRE PATOLOGIE VERTEBRALI
CORSI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE POSTURALE IN
PRESENZA DI
SPONDILOLISI E SPONDILOLISTESI
Esercizi di educazione posturale
La progressione di esercizi di educazione
posturale permette, attraverso il controllo del bacino e della
lordosi lombare, di ricercare una posizione ottimale antalgica e
rieducativa che in presenza di anterolistesi richiede una riduzione
della lordosi lombare.
Tale posizione ottimale viene ricercata in
posizione supina, quadrupedica, seduta ed eretta. Essa costituisce
la posizione di partenza per effettuare gli esercizi di
potenziamento e stabilizzazione del rachide.
Una volta appresa la capacità di controllare e
ridurre la lordosi lombare, si esercita questa capacità nei
movimenti degli arti superiori e inferiori.
Posizioni di rilassamento
I soggetti che presentano spondilolistesi,
talvolta, assumono istintivamente la posizione del " cocchiere": è
una delle posizioni proposte da Schultz per il training autogeno,
utile per rilassarsi quando non c’è la possibilità di distendersi e
si ha a disposizione solo uno sgabello. Il bacino, appoggiato sulle
tuberosità ischiatiche, è in anteroversione, mentre la lordosi
lombare si inverte: da concava diventa convessa. Si realizza così
un’azione opposta a quella che provoca l’anterolistesi, il corpo
vertebrale scivolato in avanti, viene spinto passivamente
all’indietro
2. Parimenti utile è la posizione di rilassamento
che si ottiene utilizzando un tavolo: si appoggia un cuscino sotto
l’addome e si lascia sporgere il bacino al di fuori del tavolo con
gli arti inferiori leggermente piegati e rilassati. Il
cuscino serve non solo per ammorbidire l’impatto con lo spigolo del
tavolo ma soprattutto per ridurre la lordosi lombare: per effetto
della gravità il bacino, trascinato dal peso degli arti inferiori,
tende a scendere verso il pavimento realizzando un’azione utile per
ridurre l’anterolistesi e per decomprimere i dischi intervertebrali
a livello lombare.
Esercizi di mobilizzazione
Sono utili gli esercizi e le posture che
mobilizzano il rachide lombare in flessione e gli esercizi di
mobilizzazione del rachide dorsale, delle spalle, delle anche e
delle caviglie. Naturalmente ogni allievo insiste di più sugli
esercizi utili per colmare le carenze di mobilità manifestate
durante la valutazione funzionale del rachide.
Esercizi per decomprimere i
dischi
Sono utili, inoltre, gli esercizi che
decomprimono i dischi, la sospensione in appoggio frontale alla
spalliera e gli altri esercizi effettuati in delordosi.
Esercizi di potenziamento e
di stabilizzazione del rachide
La spondilolistesi rappresenta una condizione in
cui la stabilità del rachide può essere compromessa: infatti quando
si evidenzia un aggravamento dello scivolamento vertebrale viene
prescritto un corsetto per stabilizzare passivamente il rachide
lombare. Di conseguenza, diventa fondamentale l’apprendimento della
stabilizzazione e l’allenamento specifico dei muscoli che forniscono
la stabilità al rachide lombare: una volta appresa la posizione
antalgica ottimale, che in presenza di anterolistesi, richiede la
riduzione della lordosi lombare, l’allievo viene guidato ad eseguire
gli esercizi di stabilizzazione senza perdere la sua posizione
antalgica ottimale.
1. Retti dell’addome
Dovrà essere ricercata la contrazione dei fasci
sovraombelicali dei retti dell’addome che permette di avvicinare lo
sterno e le ultime costole al pube e comprime i visceri contro le
vertebre lombari.
Al contrario si cercherà di evitare la
contrazione dei fasci sottombelicali che, inserendosi sul pube,
agiscono come retroversori del bacino.
2. Muscoli estensori del rachide
Appoggiarsi con l’addome e il torace su di un
tavolo, con un cuscino sotto l’addome, piegando leggermente gli arti
inferiori ed eseguire l’esercizio di autoallungamento sollevando la
testa, le spalle e la parte alta del torace. Mantenere lo sguardo
verso la panca ed il mento retratto evitando di accentuare la
lordosi cervicale .
3. Trasverso dell’addome
È particolarmente importante tonificare il
muscolo trasverso dell’addome perchè con la sua contrazione spinge
all’indietro la massa viscerale, costituendo un valido supporto che
impedisce lo scivolamento delle vertebre lombari. L’azione del
trasverso dovrà essere appresa ed eseguita in tutte le posizioni,
iniziando da quella supina poi, quadrupedica e, infine, in stazione
eretta.
Esercizi di allungamento
muscolare
Il muscolo psoas iliaco trae origine dalle
vertebre lombari e si inserisce sul femore; quando è retratto
aumenta la pressione sui dischi intervertebrali e favorisce un
ulteriore scivolamento in avanti. Occorre pertanto verificare
l’elasticità di tale muscolo ed effettuare, se necessario, la
postura specifica per allungarlo.
Inoltre verrà ricercata l’elasticità dei muscoli
ischiocrurali, dei muscoli adduttori, dei muscoli spinali lombari e
dei muscoli pettorali.
Non sempre la lombalgia è
dovuta alla spondilolistesi
Spesso è stata riscontrata la presenza di
spondilolistesi in soggetti asintomatici.
Se un soggetto che presenta spondilolistesi
soffre di lombalgia non è necessariamente indicazione che il dolore
sia causato dallo scivolamento vertebrale: potrebbe essere causato
da un problema diverso, ad esempio da una protrusione discale. Per
comprendere come impostare correttamente il programma rieducativo
viene eseguito l’esame della postura e la valutazione funzionale del
rachide.
CORSI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE POSTURALE IN
PRESENZA DI
STENOSI SPINALE
La stenosi colpisce soprattutto i soggetti anziani spesso sofferenti
di lombalgia cronica; essendo i mutamenti degenerativi la causa
principale, sono molto spesso presenti contemporaneamente il
restringimento del canale centrale e laterale.
La stenosi del canale centrale può provocare
lombalgia.
La stenosi del canale laterale, a causa della
compressione della radice nervosa, può provocare dolore radicolare,
alterazioni sensitive, motorie o dei riflessi in uno o entrambi gli
arti inferiori.
Tali sintomi variano con la postura e il carico:
·
>
aumentano con l’estensione del rachide lombare e con il carico;
·
> si attenuano con la flessione ed in scarico.
Pertanto il trattamento della stenosi è finalizzato a ridurre la
lordosi lombare, ad allungare i muscoli lombari, a tonificare i
muscoli addominali.
La riduzione della lordosi lombare è un
atteggiamento antalgico, la posizione preferita, durante la
deambulazione del paziente con stenosi: essa permette di attenuare
il fenomeno della "claudicatio intermittens" manifestazione clinica
classica della stenosi. Di conseguenza è importante, per evitare un
effetto compressivo sulle radici nervose, non insistere sulle
posture in estensione. Infatti la stenosi è un problema
prevalentemente a carico del pilastro posteriore dell’unità
funzionale del rachide e, di conseguenza, si ha maggior giovamento
dalle posture che riducono la lordosi lombare.
E’, tuttavia, utile eseguire movimenti di flesso-estensione
del rachide lombare in scarico: le variazioni positive e negative
dei carichi sulle faccette articolari sono utili per migliorare la
loro funzionalità.
Gli esercizi e i movimenti corretti, infatti,
assicurano il passaggio del liquido sinoviale sopra la cartilagine
articolare.
Piano di lavoro
Per i soggetti cui è stata diagnosticata la
stenosi del canale spinale il programma rieducativo ha le seguenti
caratteristiche.
·
> Esercizi di educazione posturale: nella ricerca della posizione
ottimale si riduce la lordosi lombare.
·
> Esercizi di mobilizzazione del rachide lombare in flessione.
·
> Esercizi per decomprimere i dischi. Ne riporto alcuni esempi.
Sospensione-appoggio frontale alla spalliera. Impugnare il
piolo all’altezza delle spalle e, piegando gli arti inferiori,
lasciarsi andare lentamente in sospensione, con una espirazione
lenta e prolungata, fino a estendere completamente gli arti
superiori. Restare rilassati in sospensione, sentendo che l’unico
sforzo è localizzato a livello degli avambracci e delle mani per
mantenere l’impugnatura.
In presenza di stenosi è preferibile assumere
posture antalgiche in flessione, che riducono la lordosi lombare. Di
conseguenza la posizione di sospensione-appoggio, è bene che
sia ottenuta con una impugnatura sufficientemente bassa, in grado di
garantire una riduzione della lordosi lombare.
Non sempre è necessario
privilegiare la mobilizzazione in flessione
Occorre tenere presente che spesso è stata
riscontrata la presenza di stenosi spinale in soggetti asintomatici.
Se un soggetto a cui è stata diagnosticata una
stenosi soffre di lombalgia o lombosciatalgia non è necessariamente
indicazione che il dolore sia causato dal restringimento del canale
spinale o del recesso laterale: il dolore potrebbe essere causato da
un problema diverso, ad esempio da una protrusione discale. Per
comprendere come impostare correttamente il programma rieducativo
viene eseguito l’esame della postura e la valutazione funzionale del
rachide.
CORSI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE POSTURALE IN
PRESENZA DI SCOLIOSI
La cinesiterapia rappresenta la terapia elettiva per le scoliosi
inferiori a 20°: è il primo gradino di approccio terapeutico alla
scoliosi idiopatica per prevenirne l’evolutività.
In presenza di scoliosi, la cinesiterapia viene
raccomandata:
·
> in preparazione al corsetto e all’intervento chirurgico, per
mobilizzare la colonna e ottenere risultati migliori;
·
> in associazione al corsetto, per stimolare l’azione correttiva
dell’ortesi e per evitare gli effetti negativi dell’immobilizzazione
prolungata;
·
> nel periodo di rimozione del corsetto e dopo l’intervento
chirurgico per una buona rieducazione posturale e funzionale.
Riporto di seguito gli esercizi utili nel trattamento della
scoliosi, raggruppandoli a seconda degli obiettivi da raggiungere.
Miglioramento dell’efficienza dell’apparato
respiratorio
Per ottenere risultati efficaci impostiamo il
programma in questo modo.
·
>
Presa di coscienza della qualità e della frequenza del respiro.
·
> Presa di coscienza dell’aumento dei tre diametri del torace con la
respirazione diaframmatica, toracica media e toracica alta.
·
> Miglioramento della funzionalità del diaframma.
·
> Apprendimento della respirazione profonda.
·
> Abbinamento corretto della respirazione agli esercizi che vengono
scanditi dal ritmo respiratorio.
·
> Aumento della resistenza con una idonea attività sportiva
aerobica.
Miglioramento del controllo posturale del rachide
Attraverso gli esercizi di educazione posturale
l’allievo prende coscienza della propria colonna vertebrale, delle
asimmetrie, delle zone rigide e dolorose. Raffinando gradualmente la
capacità di controllo, migliorerà il portamento e imparerà ad usare
correttamente la colonna vertebrale nei movimenti quotidiani.
Utilissimo l’esercizio del grounding: la ricerca
di un buon equilibrio posturale esige come primo passo
l’acquisizione di una base stabile.
L’osservazione allo specchio è importante per
ricercare gli aggiustamenti posturali nel senso di riduzione della
curva.
Occorre, invece, consolidare la capacità di
mantenere la lordosi lombare attraverso la seduta sugli ischi e
ricercare un buon equilibrio del capo rispettando l’orizzontalità
dello sguardo. Sono accorgimenti importanti per prevenire i dolori
vertebrali.
Mobilizzazione del rachide
Occorre precisare che gli esercizi di
mobilizzazione possono essere utilizzati nell’età evolutiva, per
ottenere una buona mobilità articolare, solo nella preparazione al
corsetto e all’intervento chirurgico.
Nell’età adulta, in presenza di scoliosi rigida e
ben stabilizzata, è bene evitare la mobilizzazione per non
destabilizzare l’equilibrio che si è instaurato.
I soggetti che presentano una scoliosi importante
devono compensare con una piena mobilità delle anche e delle spalle
le ridotte possibilità del rachide. Di conseguenza occorre insistere
sugli esercizi di mobilizzazione per le spalle e per le anche.
Miglioramento dell’elasticità muscolare
Il miglioramento dell’elasticità consente di
ottenere un miglior recupero funzionale. Diventa fondamentale
insistere sugli esercizi e sulle posture di allungamento muscolare,
insistendo sulle retrazioni che si sono evidenziate nell’eseguire la
valutazione funzionale.
Per ottenere un equilibrio muscolare, occorre
allungare i muscoli retratti e tonificare i muscoli allungati.
Potenziamento muscolare e
stabilizzazione del rachide
è fondamentale che il soggetto scoliotico sia
dotato di muscoli efficienti e di una buona capacità di controllo.
In questo modo sarà in grado di svolgere senza problemi la sua
attività lavorativa e praticare una idonea attività sportiva, senza
sentirsi troppo limitato a causa della sua colonna vertebrale non
perfetta; inoltre, le capacità acquisite, il costante allenamento e
l’uso corretto del rachide costituiscono la miglior prevenzione del
peggioramento della scoliosi e dei suoi danni neuromotori,
biomeccanici, cardio-respiratori ed estetici.
Occorre dedicare particolare attenzione
all’apprendimento della stabilizzazione del rachide che viene
eseguita nella posizione di autocorrezione mantenendo le curve
fisiologiche.
Inoltre si eseguono esercizi di potenziamento
degli arti superiori e inferiori. La forza e l’elasticità degli arti
superiori e inferiori devono essere in grado di compensare la
riduzione di efficienza della colonna vertebrale.
Miglioramento
dell’equilibrio e della propriocezione
Per migliorare l’equilibrio e la propriocezione
sono utili gli esercizi sui piani instabili e oscillanti, sui grandi
palloni da fitness e sul cilindro propriocettivo.
Il cilindro propriocettivo
Il cilindro propriocettivo è utile per la
rieducazione propriocettiva e per rafforzare i riflessi posturali
del rachide.
Permette di eseguire esercizi che stimolano
l’equilibrio, mantenendo il rachide in perfetto allineamento e in
completo scarico.
Ci si distende in modo che la colonna vertebrale
aderisca al cilindro, in particolare, si percepisce il contatto del
bacino, delle vertebre dorsali e dell’occipite; sentendo che la zona
lombare e cervicale non appoggiano si prende coscienza delle lordosi
fisiologiche.
Restando distesi per alcuni minuti sul cilindro ci
si accorge che per effetto del rilassamento e della forza di
gravità, gradualmente la colonna vertebrale aderisce quasi
completamente, senza alcun sforzo.
Gli arti superiori, sono abbandonati al loro peso,
abdotti e ruotati esternamente in modo che i gomiti e i polsi
appoggino a terra.
Una metà del peso del corpo si trova a destra,
l’altra metà a sinistra e la colonna vertebrale è stimolata ad
assumere una posizione di perfetta simmetria sull’asse centrale che
divide in due parti uguali il corpo.
Mentre gli arti superiori assicurano la stabilità
del tronco, flettere, uno dopo l’altro, gli arti inferiori e
ricercare la posizione di equilibrio.
Mantenendo questa postura in equilibrio instabile
vengono sollecitati positivamente tutti i recettori della
sensibilità propriocettiva della colonna vertebrale che sono
localizzati nei muscoli, nei tendini, nei legamenti e nelle capsule
articolari.
Apprendimento del metodo
Alexander
La scoliosi e l’ipercifosi dorsale, rappresentano
delle condizioni in cui si manifesta una insufficiente capacità di
vincere la forza di gravità.
Per rafforzare l’energia antigravitaria è utile il
metodo Alexander.
L’apprendimento di questo principio abbinato
all’esercizio del grounding e alla tecniche di stabilizzazione
consente di rafforzare l’uso corretto del rachide.
Da diversi anni ho inserito questi tre principi
anche nel piano di lavoro dei ragazzi e degli adolescenti affetti da
scoliosi, ottenendo validissimi risultati.
CORSI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE POSTURALE IN
PRESENZA DI
IPERCIFOSI DORSALE E MORBO DI SCHEUERMANN
La cinesiterapia rappresenta la terapia elettiva per le ipercifosi
inferiori a 55°.
In presenza di ipercifosi più gravi, la
cinesiterapia viene raccomandata:
·
>
in preparazione al corsetto e all’intervento chirurgico, per
mobilizzare la colonna e ottenere risultati migliori;
·
> in associazione al corsetto, per stimolare l’azione correttiva
dell’ortesi e per evitare gli effetti negativi dell’immobilizzazione
prolungata;
·
> nel periodo di rimozione del corsetto e dopo l’intervento
chirurgico per una buona rieducazione posturale e funzionale.
Riporto di seguito gli esercizi utili nel trattamento dell’ipercifosi
dorsale dell’adulto, raggruppandoli a seconda degli obiettivi da
raggiungere.
Miglioramento dell’efficienza dell’apparato
respiratorio
Questo obiettivo è da ricercare soprattutto quando
a causa dell’immobilizzazione prolungata nel corsetto o dopo
l’intervento chirurgico c’è stata una diminuzione della funzionalità
respiratoria. Occorre precisare, tuttavia, che in presenza di
ipercifosi moderata, di solito la capacità vitale non è ridotta; più
facilmente si riscontra una sua diminuzione in presenza di dorso
piatto. Per ottenere risultati efficaci impostiamo il programma in
questo modo.
·
> Presa di coscienza della qualità e della frequenza del respiro.
·
> Presa di coscienza dell’aumento dei tre diametri del torace con la
respirazione diaframmatica, toracica media e toracica alta.
·
> Miglioramento della funzionalità del diaframma.
·
> Apprendimento della respirazione profonda.
·
> Abbinamento corretto della respirazione agli esercizi che vengono
scanditi dal ritmo respiratorio.
·
>
Mobilizzazione della colonna vertebrale e della gabbia toracica.
·
> Aumento della resistenza con una idonea attività sportiva
aerobica.
Miglioramento del controllo posturale del rachide
Attraverso gli esercizi di educazione posturale
l’allievo prende coscienza della propria colonna vertebrale, degli
atteggiamenti scorretti, delle zone rigide e dolorose. Raffinando
gradualmente la capacità di controllo, migliorerà il portamento e
imparerà ad usare correttamente la colonna vertebrale nei movimenti
quotidiani.
Riduzione della rigidità del
rachide
Per cercare di ridurre il più possibile la
rigidità del rachide dorsale viene dato molto spazio agli esercizi
di mobilizzazione che devono essere eseguiti sia in estensione, sia
in rotazione, sia in flessione laterale, evitando, naturalmente, gli
esercizi di flessione.
Occorre eseguire gli esercizi che mobilizzano il
rachide dorsale in estensione in modo dolce, ben localizzato,
neutralizzando i possibili compensi.
In questi casi, inoltre, occorre compensare con
una piena mobilità delle anche e delle spalle le ridotte possibilità
del rachide dorsale. Di conseguenza si insiste sugli esercizi di
mobilizzazione per le spalle e per le anche.
Occorre, inoltre, agire sull’iperlordosi lombare
che normalmente si instaura come compenso, inserendo nel programma
anche gli esercizi che mobilizzano il rachide lombare in flessione.
Per agire sull’iperlordosi cervicale occorre
abbinare alla mobilizzazione del rachide dorsale anche la
mobilizzazione del rachide cervicale.
Come effetto dell’ipercifosi, spesso il capo si
presenta in antepulsione: diventa importante, in questi casi,
eseguire gli esercizi di retropulsione del mento e del capo.
Il cilindro propriocettivo
Particolarmente utile è il cilindro propriocettivo.
Si tratta di uno attrezzo molto semplice ma estremamente utile ed
efficace che trova la sua migliore applicazione proprio nei casi in
cui la cifosi dorsale è aumentata.
Ci si distende in modo che la colonna vertebrale
aderisca al cilindro, in particolare, si percepisce il contatto del
bacino, delle vertebre dorsali e dell’occipite; sentendo che la zona
lombare e cervicale non appoggiano, si prende coscienza delle
lordosi fisiologiche. Tali curve sono accentuate nei soggetti che
hanno ipercifosi dorsale.
Ci si rilassa eseguendo la respirazione addominale
e si porta l’attenzione su ciò che avviene a livello lombare: quando
l’addome si gonfia le vertebre lombari si allontanano dal cilindro,
quando l’addome si sgonfia le vertebre lombari aderiscono.
Restando distesi per alcuni minuti sul cilindro ci
si accorge che per effetto del rilassamento e della forza di
gravità, gradualmente le curve si riducono e la colonna vertebrale
aderisce quasi completamente, senza alcun sforzo. Una metà del peso
del corpo si trova a destra, l’altra metà a sinistra e la colonna
vertebrale è stimolata ad assumere una posizione di perfetta
simmetria sull’asse centrale che divide in due parti uguali il
corpo.
Si ottiene, così, un’azione mobilizzante, molto
utile. Infatti, in presenza di morbo di Scheuermann, l’obiettivo del
trattamento è di migliorare la ripartizione delle pressioni sui
corpi vertebrali, in particolare a livello dell’apice della cifosi,
dove si sono verificate le deformazioni a cuneo. Per raggiungere
questo obiettivo occorre scaricare la parte anteriore del corpo
vertebrale che è sottoposta a maggior carico ed è ridotta di altezza
e aumentare leggermente la pressione sul muro posteriore. Questo è
il meccanismo che si realizza passivamente sul cilindro: infatti,
l’appoggio diretto dell’apice della cifosi dorsale, aiutato
dall’azione della forza di gravità e dal rilasciamento muscolare,
facendo leva sulla parte posteriore del rachide, provoca un’apertura
a livello della parte anteriore dei corpi vertebrali.
Per la sua efficacia, per il suo minimo ingombro,
per il suo costo limitato e per la sua semplicità che lo rende utile
a tutte le età, normalmente consiglio questo cilindro per la
ripetizione quotidiana degli esercizi a casa ai soggetti che
presentano un’ipercifosi dorsale.
Miglioramento dell’elasticità muscolare
L’aumento della cifosi dorsale non è dovuto solo
alla deformazione dei corpi vertebrali, ma può essere condizionato
negativamente dalla ridotta elasticità muscolare. Il miglioramento
dell’elasticità permette il miglioramento della mobilità articolare
e un miglior recupero funzionale. Diventa fondamentale insistere
sugli esercizi e sulle posture di allungamento muscolare, insistendo
sulle retrazioni che si sono evidenziate nell’eseguire la
valutazione funzionale.
Di solito sono accorciati i muscoli pettorali, i
muscoli ischiocrurali, i muscoli spinali lombari, i muscoli
paravertebrali cervicali, i muscoli psoas iliaci.
Al contrario, risultano eccessivamente allungati i
muscoli estensori del rachide dorsale e i muscoli addominali.
Per ottenere un equilibrio muscolare, occorre
allungare i muscoli retratti e tonificare i muscoli allungati.
Potenziamento muscolare e stabilizzazione del rachide
Chi ha indossato il corsetto nell’età evolutiva,
deve costruirsi un corsetto muscolare che stabilizzi la riduzione
ottenuta con l’ortesi.
Allo stesso modo, chi non ha indossato il corsetto
deve stabilizzare i risultati ottenuti con gli esercizi di
mobilizzazione e allungamento.
Gli esercizi di stabilizzazione sono molto
importanti per i soggetti che presentano ipercifosi perché la loro
colonna rischia di essere meno stabile per la difficoltà di
mantenere una buona posizione neutra a causa dell’aumento delle
curve fisiologiche. Per ottenere una valida stabilizzazione della
colonna durante gli sforzi, occorre insistere sugli esercizi di
irrobustimento dei muscoli dorsali, addominali, degli arti superiori
e inferiori.
Nella scelta degli esercizi per i muscoli
addominali, occorre evitare quelli che comportano una flessione del
rachide dorsale.
Miglioramento dell’equilibrio e della propriocezione
Per migliorare l’equilibrio e la propriocezione
sono utili gli esercizi sui piani instabili e oscillanti, sui grandi
palloni da fitness e sul cilindro propriocettivo.
Apprendimento del metodo Alexander
L’aumento delle curve fisiologiche, così come la
scoliosi rappresentano delle condizioni in cui si manifesta una
insufficiente capacità di vincere la forza di gravità.
Per rafforzare l’energia antigravitaria e per
rafforzare l’uso corretto del rachide è utile il metodo Alexander.
CORSI DI EDUCAZIONE E RIEDUCAZIONE POSTURALE IN
PRESENZA DI SPONDILOARTRITE ANCHILOSANTE
La spondiloartrite anchilosante è una patologia infiammatoria
caratterizzata da una progressiva rigidità del rachide, da una
lesione dell’articolazione sacroiliaca e da una compromissione della
funzionalità respiratoria. L’artrite può interessare anche le
articolazioni periferiche.
Il programma rieducativo si prefigge alleviare il
dolore, di prevenire le deformità, di contrastare, per quanto
possibile, la progressiva rigidità del rachide e di rallentare la
compromissione della funzione respiratoria.
L'efficacia del trattamento dipende strettamente
dalla tempestività della diagnosi e dal conseguente precoce
trattamento cinesiterapico. Per ottenere risultati validi è
importante che il paziente sia costante nell’eseguire gli esercizi
e che gli operatori sappiano motivare chiaramente le ragioni per
cui è necessaria la continuità dell’allenamento.
Soprattutto in presenza di spondiloartrite,
quando si inizia a fare ginnastica possono insorgere delle
difficoltà. Specialmente chi da parecchi anni ha perso l’abitudine
al movimento e all’attività sportiva, con le prime lezioni rischia
di aumentare i propri dolori piuttosto che diminuirli. Per evitare
questo inconveniente è bene, nella prima lezione, evitare esercizi
troppo dinamici ed eseguire i primi esercizi di educazione
respiratoria e di educazione posturale.
Esercizi di educazione respiratoria
Il programma di educazione respiratoria è
fondamentale perché una delle conseguenze negative della
spondiloartrite anchilosante è la graduale riduzione della
funzionalità respiratoria. Per ottenere risultati efficaci
imposteremo il programma in questo modo.
·
> Presa di coscienza della qualità e della frequenza del respiro.
·
> Presa di coscienza dell’aumento dei tre diametri del torace con la
respirazione diaframmatica, toracica media e toracica alta.
·
> Miglioramento della funzionalità del diaframma.
·
> Apprendimento della respirazione profonda.
·
> Abbinamento corretto della respirazione agli esercizi che vengono
scanditi dal ritmo respiratorio.
·
>
Mobilizzazione della colonna vertebrale e della gabbia toracica.
·
> Aumento della resistenza con una idonea attività aerobica.
Esercizi di mobilizzazione
In presenza di spondiloartrite si ha spesso una
riduzione della lordosi lombare: di conseguenza è importante
privilegiare le posture che mobilizzano il rachide lombare in
estensione.
È importante inserire nel piano di lavoro gli
esercizi di mobilizzazione del rachide dorsale sia per prevenire
l’aumento della cifosi dorsale sia per prevenire la rigidità della
gabbia toracica. L’azione mobilizzante va ricercata sia sul piano
sagittale con i movimenti di flessione ed estensione, sia sul piano
frontale con i movimenti di flessione laterale, sia sul piano
orizzontale con i movimenti di rotazione.
L’azione preventiva continua con la mobilizzazione
del rachide cervicale in tutti i piani dello spazio.
Esercizi di allungamento muscolare
Una buona elasticità muscolare permette una buona
mobilità articolare e una buona mobilità mantiene l’elasticità.
Il programma prevede gli esercizi di allungamento
dei muscoli pettorali, ischiocrurali, psoas iliaco, adduttori,
quadricipiti femorali e tricipiti surali. Ognuno insisterà sugli
esercizi utili per colmare le proprie carenze, fino al conseguimento
degli obiettivi proposti per ogni gruppo muscolare.
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