SCOLIOSI
Chi presenta una scoliosi, deve innanzitutto conoscere
bene, sapere come è fatta la colonna vertebrale.
La colonna
vertebrale, detta anche rachide, costituisce per noi un bene
prezioso e insostituibile. E’ importante conoscerla bene perché è
forte ma al tempo stesso fragile e dal suo buon uso
dipende il suo buon
funzionamento.
• La
funzione fondamentale del rachide è quella di sostenere il tronco,
il capo e gli arti superiori.
• La seconda funzione è quella di proteggere il midollo spinale che passa
nel canale vertebrale.
• La terza funzione è quella di permettere la
mobilità del tronco e della testa.
Che cos'è la scoliosi?
Normalmente la colonna vertebrale vista
posteriormente è diritta. In presenza di scoliosi, non è più
diritta, ma si evidenzia una deviazione laterale, con asimmetria,
più o meno marcata, delle spalle, delle scapole o del profilo dei
fianchi.
Fino a pochi anni fa la scoliosi veniva chiamata
deviazione laterale del rachide. Ma, poi, si è compreso che tale
definizione non è sufficiente perché la scoliosi è caratterizzata
anche da alterazioni negli altri piani dello spazio. Cioè la
scoliosi si manifesta:
• sul piano frontale come una deviazione laterale,
• sul piano sagittale con una alterazione delle
curve, spesso provocandone una riduzione o inversione,
• sul piano orizzontale con un movimento di
rotazione.
In conseguenza di queste
alterazioni il soggetto scoliotico, spesso si presenta diritto in
modo abnorme quando lo si osserva di profilo (cioè, si riducono le
curve fisiologiche) e con una evidente asimmetria delle spalle e dei
fianchi quando lo si osserva frontalmente e dorsalmente.
Quali sono le cause?
In oltre l’80% dei casi la scoliosi viene definita
idiopatica; cioè, non è possibile riconoscere una causa precisa e
probabilmente non ha un’unica causa.
Come comportarsi in base alla gravità della scoliosi
e all'età del paziente?
La terapia varia in funzione della gravità della
scoliosi e dell’età del paziente.
• L’atteggiamento scoliotico e la scoliosi
inferiore ai 10° cobb non vengono trattati in modo specifico: è
sufficiente la semplice osservazione, con controllo a distanza.
• In presenza di scoliosi lieve, superiore a 10°
ed inferiore a 20°, sono sufficienti gli esercizi specifici guidati
da un rieducatore esperto, abbinati all’uso corretto del rachide.
• Quando la curva supera i 20° e c’è un residuo
periodo di crescita, viene prescritto il trattamento con corsetto.
In alcuni casi, per fortuna rari, quando la curva
supera i 60°, il corsetto non è sufficiente e si rende necessario un
intervento chirurgico che blocca tutte le vertebre interessate dalla
scoliosi per stabilizzarle e impedire un ulteriore aggravamento.
Occorre fare tutto quello che è possibile per
arrivare all’intervento chirurgico; in particolare, è importante
scoprire la scoliosi il più presto possibile per prevenire il suo
peggioramento ed evitare le conseguenze più gravi.
Purtroppo, talvolta succede che non ci accorge
subito dell’insorgenza della scoliosi perché essa non provoca dolore
né altri disturbi e, di conseguenza, si inizia a curarla quando si è
già aggravata.
Iter da seguire
1. Esame della postura
È il primo passo fondamentale per formulare il
programma rieducativo personalizzato.
Inizia con la raccolta delle notizie riguardanti
le caratteristiche della scoliosi, la sua insorgenza, la sua
localizzazione e l’eventuale variazione dei sintomi nelle posture e
nei movimenti quotidiani. Sono indicazioni molto utili che, spesso,
già prima della valutazione funzionale del rachide, contribuiscono a
formulare un appropriato programma di lavoro.
Poi, viene esaminata la morfologia del rachide,
viene valutata la sua mobilità a livello cervicale, dorsale e
lombare e si osserva come si comporta nei movimenti.
Compilata una scheda di
valutazione funzionale del rachide è possibile identificare la
situazione del soggetto e preparare un programma di esercizi
personalizzato.
(a) test di adams o bending test; (b) misururazione gibbo con
livella e gibbometro;
(c) scoliometer di Bunnel; (d) gravità della scoliosi misurata con
il metodo cobb.
(Figura tratta dal libro MAL di SCHIENA - prevenzione
e terapia delle algie e patologie vertebrali di Benedetto Toso (edi-ermes
2013) per gentile concessione del Gruppo di studio della
scoliosi)
Valutazione della scoliosi
Il gibbo può essere misurato con diversi strumenti (da: Sibilla P, Negrini
S. La valutazione del paziente scoliotico. GSS): la livella e il gibbometro
lo misurano in millimetri; l’inclinometro
d’Osualdo e lo Scoliometer di Bunnel lo misurano in gradi.
Tale misurazione è molto importante, perché permette di valutare
l’evoluzione della scoliosi ed evidenzia eventuali peggioramenti
senza far ricorso continuamente a radiografie.
La gravità della scoliosi viene espressa in gradi misurati
con il metodo Cobb. Quanto più aumenta il valore angolare tanto più
è grave la scoliosi.
2. Programma di esercizi personalizzato (con o senza
corsetto)
Dopo l'esame della postura e la valutazione della
scoliosi e della funzionalità del rachide, è possibile preparare una
scheda di esercizi di ginnastica antalgica e rieducativa da svolgere
in palestra seguiti dall'insegnante.
Il programma di esercizi individualizzato è mirato a:
·
>prendere
coscienza della propria colonna vertebrale e imparare a controllarla
nelle posizioni e nei movimenti quotidiani;
·
>stabilizzare il rachide durante gli sforzi;
·
>ridurre il dolore.
Obiettivi della cinesiterapia:
·
>Miglioramento del controllo posturale del rachide
·
>
Miglioramento della stabilità del rachide
·
>Miglioramento dell’equilibrio e della propriocezione
·
>Rinforzo dei muscoli antigravitari
·
>Mantenere o recuperare le curve fisiologiche
·
>Incremento massa ossea
·
>Miglioramento della funzionalità respiratoria e delle altre
capacità fisiche di base
·
>Sviluppo dell’immagine positiva del corpo
Benefici della cinesiterapia:
·
>Può frenare l’evoluzione della scoliosi.
·
>Può consentire in molti casi di ritardare l’inizio del trattamento
ortesico.
·
>Può consentire di indossare il corsetto per un numero inferiore di
ore.
Una volta provati gli esercizi viene consegnato uno
schema che ricorda gli esercizi da ripetere a casa e nelle pause
lavorative. Gli esercizi devono essere pochi e mirati: non più di 3
o 4. Essi devono essere ripetuti quotidianamente, almeno ogni 2 ore,
fino alla riduzione del dolore o della rigidità della colonna
vertebrale.
3. Corso individuale di Back School
Per chi abita vicino alla sede della Back School,
viene suddiviso in sei sedute.
1. Nella prima viene eseguito l’esame della
postura, la valutazione funzionale del rachide e viene spiegato il
programma della Back School.
Poi seguono 5 lezioni individuali di 1 ora.
2. La prima lezione è dedicata alla lezione
teorica, alla prova degli esercizi e delle posture e dei movimenti
quotidiani. Viene consegnato uno schema che ricorda gli esercizi da
ripetere a casa e nel tempo libero.
In presenza di lombalgia o cervicalgia cronica
viene valutata l’eventuale disabilità conseguente alla persistenza
del dolore.
3. Si completa il programma di esercizi, si
consolida l’uso corretto della colonna vertebrale e viene consegnato
un diario settimanale per il monitoraggio degli esercizi e dell'uso
corretto della propria colonna.
4-5-6. Nelle successive lezioni dopo
aver verificato i risultati ottenuti con gli esercizi a casa e nel
tempo libero, l’allievo viene seguito nell’apprendimento degli
attrezzi specifici, utili per le sue esigenze.
Per chi abita lontano dalla sede della Back School
il programma viene concentrato in un’unica seduta di due ore e
mezza.
Pertanto possono rivolgersi alla Back School anche
coloro che abitano lontano e non possono frequentare con regolarità
la palestra.
4. Lezioni in palestra
Gli esercizi, eseguiti a casa e nelle pause
lavorative, abbinati all’uso corretto del rachide, possono essere
sufficienti. Ma per chi ne ha la possibilità, dopo le lezioni
individuali è consigliabile frequentare la palestra.
Frequentare la palestra garantisce numerosi
benefici:
- l’esecuzione
degli esercizi con la guida e il controllo costante del docente
della Back School;
- l’apprendimento
delle tecniche di rilassamento, fondamentali per autogestire l’ansia
e le proprie tensioni.
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